La crescita del movimento paralimpico italiano… è il frutto di tanti elementi e molte eccellenze mescolati insieme
Nel 1960, nella prima edizione dei Giochi Paralimpici, disputatasi a Roma, l’Italia vinse 80 medaglie di cui 29 d’oro, record ancora imbattuto. Poi questi numeri sono cambiati raggiungendo le 17 totali nel 1972 ad Heidelberg, 18 nel 1976 a Toronto, risalendo e riscendendo alle 19 di Atene 2024 e alle 18 di Pechino 2008 per risalire fino alle 71 di Parigi 2024, la seconda spedizione più medagliata di sempre con 24 ori, 15 argenti e 32 bronzi. Lo sport paralimpico per eccellenza è il nuoto con 206 medaglie, segue l’atletica leggera con 194 e il ciclismo con 58.
Un successo quello dei Giochi Paralimpici di Parigi anche mediatico. In Italia sono stati trasmessi dai Rai 2, Rai Sport HD, in streaming su Rai Play e volendo si potevano guardare anche sul canale YouTube dedicato di Parigi 2024. Per Rai 2 sono state circa 14 ore di trasmissione al giorno, dalle 9.15 alle 23.30, con due programmi di punta: O Anche No – Stravinco per la vita e Sportabilia, inoltre Rai Sport HD ha coperto le edizioni quotidiane del Tg2 con aggiornamenti e highlights delle gare.
Il racconto dei Giochi e degli atleti paralimpici ha fatto grandi passi in avanti, dove lo sport ha superato la retorica, anche se la vera inclusione quotidiana è ancora lontana, e tutto è iniziato con Londra 2012: quella è stata la prima volta in cui i Giochi Paralimpici furono trattai come un evento sportivo unico, insieme con quelli Olimpici, e non più come qualcosa di secondario e isolato. Senza dimenticare, però, che proprio dopo Londra 2012 non seguirono miglioramenti per la vita quotidiana delle persone con disabilità nel Regno Unito.
La crescita del movimento paralimpico italiano è sotto gli occhi di tutti ed è difficile scegliere un motivo piuttosto che un altro, in ordine sparso: la governance del CIP (Comitato Italiano Paralimpico), grazie alla figura di Luca Pancalli, il quarto atleta più medagliato di sempre con 15 allori, quando si dice l’importanza di avere sullo scranno più alto uno che conosce la materia; il lavoro delle federazioni, degli allenatori e degli atleti e atlete paralimpici; la motivazione spinta da una maggiore rilevanza mediatica, dove non si scorge più la differenza con gli olimpici e le gare sono vissute dal pubblico con identici pathos e intensità; la salute, fisica e psichica, che le persone con disabilità ricavano dalla pratica sportiva, sempre più sviluppata in questo senso; il lavoro tecnologico sulle protesi sportive che portano nel futuro anche quelle per la vita di tutti i giorni; il dlgs 36/2021 che ha introdotto un’importante serie di articoli riguardanti gli atleti paralimpici, entrati in vigore nel gennaio 2022, nello specifico gli artt. 43-50 che disciplinano il trattamento e l’equiparazione degli atleti disabili di alto livello circa l’accesso ai gruppi sportivi militari e ai corpi civili dello Stato, riconoscendo loro lo stesso trattamento economico, contributivo e previdenziale dei colleghi normodotati.
L’eccellenza per antonomasia, alla base di tanti successi paralimpici, è il Centro Protesi Inail che ha sede a Vigorso di Budrio, come ha spiegato in un’intervista al Corriere di Bologna Giorgio Teti, direttore dell’area tecnica: “È proprio la sensibilità dell’atleta che, insieme al lavoro di allenatore e preparatore, ci dà le strade giuste per migliorare il dispositivo tecnico: lo sviluppo del prototipo per un atleta agonista si riversa successivamente sui cicli di produzione per i dispositivi di normale uso quotidiano e va appannaggio di tutti gli assistiti che accedono al nostro centro protesi, che siano pazienti Inail o invalidi civili”. E anche per questo dovremmo amare, ammirare e seguire ancora di più gli atleti paralimpici e le loro gare, che non sono solamente quelle dei Giochi ogni quattro anni.
E ancora Teti: “Tutti gli atleti agonisti passano per una sorta di limbo, un approccio allo sport di tipo amatoriale: per chi ha subito un’amputazione o un grave trauma lo sport è rimettersi in gioco, è voglia di superarsi. Una sfida con sé stesso e un’occasione di integrazione con gli altri. Chi accede al centro, una delle maggiori realtà a livello mondiale, vive quel mondo e vuole mettersi alla prova, testarsi nonostante la condizione di sfavore dovuta a un grave trauma: è una rivincita personale, per far vedere che al mondo si può andare oltre la disabilità. E il nostro obiettivo come Centro è ricostruire sempre il paziente anche a livello personale: non c’è solo il lavoro sull’arto ma è una presa in carico totale per supportarlo a livello psicologico, medico e fisioterapico grazie alla nostra equipe”.
Una cosa è certa, i Giochi Paralimpici hanno un impatto significativo sulla società, promuovendo l’inclusione, sfidando
i pregiudizi e ispirando milioni di persone. E i media svolgono un ruolo cruciale nel contaminare l’opinione pubblica e nel promuoverne i valori.
Inseguendo tre mantra: visibilità, sensibilizzazione e normalizzazione, qualunque cosa voglia dire.
“Una sfida con sé stesso e un’occasione di integrazione con gli altri”