Io credo nell’amore

Progetti di vita indipendente e Dopo di noi in Valdichiana: spettacolo teatrale in collaborazione con Pronto Donna

Da ormai nove anni in Valdichiana molte ragazze e ragazzi vivono la loro vita come molti della loro età solo che loro lo fanno con una marcia o due in più.
«Il progetto VIVA, Vita Indipendente Valdichiana, nasce nel 2015 da un’articolata attività di coprogettazione tra la cooperativa Koinè di Arezzo, la Conferenza dei sindaci della Valdichiana e la zona distretto Asl Toscana Sud Est. Oggi, a seguito dei primi anni di assestamento ed una pandemia che ha colpito anche noi, il progetto è finanziato interamente dalla Conferenza dei Sindaci della Val di Chiana e gestito da Koinè». A parlare è Stefania Battaglini, coordinatrice del progetto e storica socia della cooperativa: «Questo progetto è rivolto a giovani con un effettivo potenziale di sviluppo e vede coinvolti due educatori e 26 utenti provenienti da tutti e cinque i comuni della Val di Chiana (Cortona, Castiglion Fiorentino, Marciano, Lucignano e Foiano).

L’obiettivo è quello di aiutare a sviluppare competenze personali e abilità di inclusione e integrazione sociale provando a capire, caso per caso, se possibile anche una forma di futura inclusione lavorativa».
Ma VIVA è solo uno dei progetti che hanno instaurato legami e sentimenti duraturi nel territorio: “Dopo di noi, durante noi”, riferito alla Legge 112 del 2016, è un progetto che inizia a creare delle opportunità abitative a persone con disabilità: «Koinè ha fatto una lettura di quelli che erano i bisogni del territorio e a seguito del progetto VIVA a Montecchio Vesponi ha deciso di comprare un altro immobile di proprietà, stavolta a Camucia di Cortona, per il Dopo di Noi. Attualmente ha quattro utenti inseriti e adesso stiamo facendo anche l’inserimento del quinto ». Il progetto si chiama “Dopo di noi, durante noi” perché gli utenti hanno ancora una famiglia alle spalle, e ne iniziano un graduale percorso di allontanamento.
Entrambi questi due progetti vogliono creare una rete con il territorio e sensibilizzarlo attraverso attività come i laboratori, tra cui quello teatrale: «Introduciamo tutte quelle che sono le consapevolezze e lo usiamo anche per dare la possibilità a ogni ragazzo di potersi esprimere. Siamo partiti dall’esigenza che ogni ragazzo e ragazza potesse esprimere quelle che erano le proprie emotività, il proprio pensiero senza avere paura. Hanno portato in scena quelle che sono le loro vite, le loro emozioni, le loro paure e attraverso il teatro cose che non avevano mai raccontato.

Nello spettacolo “Io credo nell’amore”, realizzato in collaborazione con l’Associazione Pronto Donna, abbiamo pensato di portare in scena quello che sono le violenze di genere e l’idea dell’amore coinvolgendo i ragazzi di entrambi i progetti, un operatore del Dopo di noi, due educatori del VIVA, una formatrice teatrale, Antonella Ganino, anche lei socia della cooperativa, la violinista Lucrezia».

Koinè, una cooperativa sociale con trent’anni di storia, lavora per “non lasciare nessuno indietro” e ne sono un esempio i progetti VIVA e Dopo di Noi. Stefano Frasi, ufficio di direzione, vede questi progetti diversi ma uniti da un filo rosso: autonomia e rispetto della persona. «Il Dopo di noi è principalmente centrato e orientato sull’abitare: cerca di fare tutto ciò che è necessario per permettere alle persone di vivere una situazione di casa vera e non di struttura sociosanitaria.
L’organizzazione di attività, come quella teatrale, danno valore aggiunto al loro essere: la percezione di sé, della propria emotività.

“La capacità di sapersi ascoltare, di saper riconoscere le proprie emozioni, i propri pensieri è fondamentale”

La capacità di sapersi ascoltare, di saper riconoscere le proprie emozioni, i propri pensieri è fondamentale, mentre per VIVA il discorso è diverso:
«È chiaramente un’attività diurna e si chiama così perché ragionata sulla vita indipendente quindi lì vengono fatte, invece, attività un po’ più trasversali meno incentrate sulla domiciliarità, che puntano ad un graduale ma sempre mirato incremento dell’autonomia.
Azioni mirate sulla persona che producono anche se piccoli, graduali cambiamenti positivi e quindi non usare le attività per impiegare tempo ma usare le attività in base ai bisogni ed alle potenzialità delle persone. Tutte quelle attività che potrebbero in qualche modo incrementarne le capacità, le autonomie, la qualità di vita».