Correndo per l’ambiente per un mondo alla nostra maniera

La storia di Elena Canuto campionessa mondiale di plogging

Quando le cose le senti nelle viscere a volte ti ritrovi a fare passi in direzioni che non avresti mai pensato. Così è successo a Elena Canuto e Tommaso Barbi, 29 anni lei, 35 lui, moglie e marito, che a causa dell’amore per l’ambiente, di passi ne hanno fatti eccome. Anzi si sono messi a correre. Correre raccogliendo rifiuti. Fino a diventare campioni del mondo.

Si chiama plogging (da pick up e jogging), una disciplina sportiva nata in Svezia e dalle nostre parti ancora poco conosciuta che affianca aspetti tattici e atletici, decretando il vincitore in base a distanza percorsa, dislivello, quantità e tipologia di rifiuti raccolti. Una specialità scoperta per caso nel 2021 su invito di un amico che gli ha permesso di partecipare al mondiale in Valpellice, in Piemonte e di cui loro, già amanti della montagna, del fondo e mezzofondo, si sono subito innamorati. Nessuno però avrebbe immaginato che Elena sarebbe diventata campionessa mondiale al “primo colpo” e avrebbe poi ottenuto anche un secondo titolo. Un bis che ha in realtà il sapore del tris, vista la partecipazione spalla a spalla con il marito Tommaso, e forse sì, anche del poker, dato che questa volta Elena, ha gareggiato (e vinto) mentre era da poco in cinta.

La competizione si è tenuta a fine settembre 2023 a Genova. Muniti di guanti, quattro sacchi ed un GPS Elena e Tommaso hanno rastrellato in lungo e in largo una zona tra il campo sportivo del Lagaccio e il Parco delle Mura. Diciassette i Paesi rappresentati per ottanta partecipanti, permettendo di recuperare complessivamente 3mila chili di rifiuti. Una cinquantina di questi li ha raccolti Elena, consentendole di raggiungere il titolo di campionessa mondiale, mentre Tommaso, si è aggiudicato una menzione per aver raccolto più rifiuti RAEE. La CO2 non emessa in atmosfera dell’intera manifestazione, grazie alla corretta separazione e all’avvio al riciclo, è stata calcolata in oltre sei milioni di grammi, ovvero le emissioni equivalenti a circa 60mila chilometri percorsi da un’auto o a cinquanta voli aerei Milano-Roma.

“Siamo consapevoli che non saranno queste azioni da sole a salvare il mondo – spiegano con naturalezza Elena e Tommaso – ma siamo convinti che se ognuno fa il suo piccolo passo, magari sommandolo a quello di molte altre persone, sarà compiuto un grande passo. Non si tratta solo di partecipare a un campionato, ma è nel quotidiano che si fa la differenza. È lì che cerchiamo di agire, senza lasciarsi andare al catastrofismo, con speranza. C’è tanto da fare, non possiamo fermarci alle chiacchiere. Così organizziamo eventi e sensibilizziamo sull’importanza di rispettare l’ambiente, dove tutto è connesso. Ci guida sempre un senso di appartenenza alla comunità dove è importante fare gruppo e non i solisti. Al fondo c’è un’idea di società che possa migliorare e crescere partendo dai giovani e dalle scuole”.