‘Toscana diffusa’: la legge per le aree periferiche

La Giunta regionale si appresta ad approvare la proposta di legge nella prossima seduta

Una proposta di legge che ha l’obiettivo di creare il quadro normativo ed economico per rendere strutturali e organici tutti gli interventi che la Regione sta adottando ed adotterà in favore delle aree periferiche della Toscana. Che nasce per dare attuazione alla previsione dell’articolo 4 dello Statuto, per la “valorizzazione delle distinte identità culturali, sociali ed economiche del territorio regionale, la tutela dei comuni minori, dei territori montani e insulari”, la cosiddetta ‘Toscana diffusa’.

È la pdl ‘Valorizzazione della Toscana diffusa’ che la giunta regionale dovrebbe approvare nella prossima seduta. In tutto 8 capi e 27 articoli che rispondono a una duplice volontà: promuovere uno sviluppo equilibrato del territorio toscano e salvaguardare la sua diffusa specificità, sostenendo i territori più fragili e le comunità che li abitano. Avendo ben chiaro il loro ruolo in termini di tutela di beni e servizi ambientali (acque, qualità dell’aria, foreste) e che il loro potenziamento può rivelarsi utile anche ad alleggerire la pressione e la congestione sulle aree più attrattive, che potremmo definire la Toscana densa o Toscana delle agglomerazioni. Il presidente Eugenio Giani l’ha illustrata oggi a Palazzo Strozzi Sacrati.

“Dato che le misure che la Regione ha messo in atto per tutelare queste aree più periferiche hanno avuto ottimi risultati – ha detto -, la legge che sarà discussa in Consiglio regionale ha lo scopo di darà organicità a tutti questi interventi e soprattutto annullare il divario che queste aree scontano rispetto a quelle più densamente popolate in termini di servizi e opportunità. Una legge che crea il quadro normativo ed economico per sviluppare e strutturare questa pianificazione in favore di 172 comuni, sui 273 totali”.

“Per raggiungere gli obiettivi – ha aggiunto Giani – saranno coordinate, con forme di premialità o priorità nei bandi fino alla previsione di uno specifico stanziamento di risorse, le risorse regionali e le linee territoriali strategiche di intervento dei fondi europei, insieme ad altri strumenti di sostegno nazionali che perseguono le medesime finalità (tra gli altri, il Pnrr, il Fondo di Sviluppo e Coesione, il Fondo per la Montagna). Si parte con un pacchetto di circa 120 milioni di euro per dare avvio, nei prossimi mesi, a tutta una serie di interventi infrastrutturali per i territori più periferici che sarà successivamente incrementato con ulteriori risorse a favore dei vari interventi previsti dalla legge”.

Entriamo nel dettaglio. Nel primo capo la pdl delinea le principali linee di intervento negli ambiti ritenuti essenziali, ovvero quelle condizioni per l’accesso a infrastrutture e servizi che garantiscono a chi vive e abita questi territori le stesse opportunità (di tutela della salute e di benessere psicofisico, di educazione e istruzione, formazione e sviluppo professionale) e gli stessi livelli di servizi (sociosanitari e assistenziali, ma anche digitali), a cominciare dai collegamenti materiali (trasporti) e immateriali (telecomunicazioni).

Seguono poi una serie di disposizioni che mirano a garantire non solo lo sviluppo, ma anche la resilienza e la ‘restanza’ in questi luoghi. Da un lato sono previste misure per la rigenerazione del tessuto urbano e sociale, per favorire il rilancio economico (agricolo ed extra agricolo) e combattere la desertificazione commerciale, assicurare funzioni di presidio del territorio rivitalizzando, anche in chiave produttiva e/o turistica, immobili in disuso o a rischio di abbandono (ad esempio le stazioni ferroviarie e le loro pertinenze) insieme ai soggetti che li gestiscono. Dall’altro si interviene sulle comunità con un sostegno alla residenzialità dei cittadini e delle imprese, facilitando l’acquisto o l’affitto di immobili.

Il supporto a territori e comunità è assicurato anche in chiave energetica (in termini di efficientamento, approvvigionamento da fonti rinnovabili anche con il concorso delle comunità stesse, e di contrasto alla povertà energetica) e di mitigazione del rischio idraulico e idrogeologico, altro obiettivo chiave da centrare mediante interventi diretti per gli enti locali, i cittadini e le imprese (anche sotto forma di indennità compensative), o tramite progetti che coinvolgono soggetti pubblici e privati.

L’identità dei luoghi passa anche dalla conservazione e valorizzazione del patrimonio territoriale, genomico o edificato e dei luoghi diffusi della cultura, la cui salvaguardia viene affidata sia all’azione pubblica, attraverso un inserimento in percorsi espositivi e narrativi nella rete di musei grandi e piccoli presenti sul territorio, che a singoli soggetti (custodi dell’ambiente e del territorio) o comunità che saranno coinvolti attivamente nella gestione. Fondamentale è infatti il ruolo dei Comuni e delle istituzioni locali, incluso il mondo dell’associazionismo, del mondo cooperativo e del volontariato, che nella pdl vengono qualificati come partner attivi e proattivi.

Due gli strumenti per monitorare nel tempo le iniziative promosse: un osservatorio partecipato dalle realtà associative toscane, pubbliche e private, ed una relazione finale di mandato sugli interventi realizzati.