Il Villaggio che vorrei

Per crescere un bambino ci vuole un villaggio… Ma se questo villaggio non c’è? Tre professioniste e mamme si sono messe insieme per creare un luogo virtuale ma anche reale per poter rispondere a questa mancanza e soprattutto per risponde all’infinità di domande, dubbi e bisogni che le neo-mamme e non solo si trovano a dover affrontare.

Il progetto, creato da Manuela Batignani Doula, Elisa Focardi psicologa e psicoterapeuta e Valentina Torelli fisioterapista e operatrice olistica del femminile e materno-infantile, è nato a marzo 2022 e ad un anno dalla sua creazione il gruppo conta oltre 200 donne provenienti da varie parti della Toscana e non solo. Inizialmente era nato come progetto locale che voleva coinvolgere le famiglie del Valdarno ma piano piano è stato abbracciato da famiglie anche di realtà limitrofe fino a uscire fuori regione.

«Il “villaggio” è nato per un intento comune, ognuna di noi aveva in mente un progetto simile che era nato in noi dopo che eravamo diventate mamme perché come donne e mamme abbiamo potuto toccare con mano, sulla nostra pelle, quanto ci si può sentire sole, perse, smarrite, nei momenti del dopo parto; veniamo sostenute nel momento della gravidanza dai vari corsi pubblici e privati che vengono offerti, dopo di che una volta che diventiamo mamme l’attenzione passa tutta sul bambino, arrivano facilmente consigli, richiesti e non, giudizi, dita puntate e quant’altro ma in realtà l’avventura inizia in quel momento e ci si ritrova completamente sole, sovrastate da dubbi, paure, anche perché per quanto possiamo essere preparate non sappiamo mai come sarà il nostro bambino, come reagiremo al parto e al dopo parto».

Per venire incontro a tutte le esigenze che si presentano all’interno di questa realtà nel gruppo sono presenti tutta una serie di professionisti che vigilano e filtrano le informazioni che vengono scambiate a cominciare da una puericoltrice e consulente babywearing, un pediatra, un’ostetrica, una nutrizionista e non solo: «Il nostro intento era proprio quello di creare un villaggio come quelli che esistevano un tempo, un punto di ritrovo, di sostegno, di conforto, di ascolto reale attivo, privo assolutamente di giudizio in cui ci possano essere anche risposte da parte di professionisti e non basate su “sentito dire” o su false credenze ormai tramandate di generazione in generazione ma risposte da parte di professionisti con la stessa ottica di pensiero e la stessa visione. Anche perché un altro dei problemi è proprio il fatto che spesso le donne e le famiglie in cerca di risposte vengono rimbalzate di qua e di là da professionisti che hanno opinioni diverse che quindi creano ancora più confusione. È proprio vivere un percorso, qualcosa che unisce, che mette insieme, un qualcosa che si costruisce dentro al villaggio». Naturalmente questa realtà non è solamente rivolta alle neo-mamme ma si propone di aiutare e dare sostegno in gravidanza ma in generale alle donne con incontri anche dedicati al “femminile” toccando argomenti che generalmente trovano poco spazio in altri percorsi. Il villaggio propone anche tanti eventi di aggregazione e di informazione sulla prima infanzia che mancavano proprio: eventi legati allo “spannolinamento” o ai “terribili due anni” diventano proprio un modo per riunire le persone e permettere l’aggregazione che con i bambini piccoli non è poi sempre semplice. «Creiamo degli eventi legati anche alle esigenze delle mamme perché ci piace che ci sia una partecipazione attiva e che quindi il villaggio diventi un punto sia virtuale che fisico in cui le persone si sentano in un luogo protetto, un posto dove sentirsi liberi di esprimersi senza la paura di essere giudicati». Per entrare a far parte della famiglia del “Villaggio” sarà possibile richiedere il link di partecipazione scrivendo a Manuela, Elisa o Valentina su Instagram o alla email: ilvillaggiochevorrei@gmail.com.