Una casa di produzione cinematografica fuori dal comune

Attori con disabilità e pellicole di qualità, l'ironia graffiante della Poti Pictures

Tiziano guarda pensieroso la neve che cade fuori dalla vetrata. Un largo cappello da cowboy gli copre la testa, ma non nasconde gli occhi lucidi, alla ricerca di qualcosa lì, nascosta tra gli hangar, i jumbo e lo skyline dell’aeroporto di Dallas. Poi si gira verso la telecamera e confessa: “Sono diventato una star?!”.

Un’affermazione sospesa tra l’incredulità e la domanda, la commozione e la paura. È lo stato d’animo di chi sta realizzando che la sua vita è cambiata e non sarà più la stessa. È lo stato d’animo di chi capisce che forse, l’immagine di sé avuta finora, non era del tutto corretta.

Il turbine di emozioni che coinvolge Tiziano colpisce anche chi sta dall’altra parte della telecamera a guardare il video. Prima divertito e scanzonato, poi percependo che non si tratta soltanto di un gioco; sì, carino, confezionato bene, ma tutto sommato un vezzo, un divertissement.

È l’immagine finale di uno dei tanti cortometraggi che si possono trovare sul sito della Poti Pictures (www.potipictures.com) una casa di produzione cinematografica, con sede ad Arezzo, che ha per attori persone con disabilità. La prima e unica al mondo. Tiziano è uno di loro.

Tutto è nato quasi per gioco circa quindici anni fa, con una “telecamerina” e qualche “filmino” realizzato nel corso delle vacanze estive che, ormai da decenni, gli amici del Cenacolo francescano organizzano insieme alle loro famiglie con persone con disabilità intellettiva, nel colle che sovrasta Arezzo, Poti appunto.

Di “filmino” in “filmino”, la qualità dei video cresce. Daniele Bonarini, il regista, studia, si forma, fa esperienza. I ragazzi si divertono e migliorano, sia dentro che fuori dal set. Così, un passo alla volta, arrivano iniziative sempre più grandi e importanti. Nasce l’idea di dare vita a una vera e propria casa di produzione cinematografica. La cooperativa Il Cenacolo investe nel progetto. Arrivano le selezioni ai festival, italiani e stranieri, i successi e i riconoscimenti. Tiziano, insieme al suo inseparabile “collega” Paolo viene assunto con un regolare contratto da attore. Poi viene depositato il marchio presso l’EUIPO, l’Ufficio dell’Unione europea per la proprietà intellettuale, che riconosce alla Poti Pictures di essere la prima e unica casa di produzione cinematografica sociale che realizza video con attori disabili.

Alla base di tutto c’è un gruppo di giovani che, nonostante le difficoltà, continua a seguire un sogno. Un sogno disegnato con le tinte della spensieratezza, delle risate a crepapelle, delle lacrime di gioia, ma che, ad ogni giro di boa, si scontra con la dura realtà, con i conti che devono tornare, il dubbio che forse chi bolla il progetto come utopistico non abbia poi tutti i torti. Un’altalena di emozioni che risulta, senza volerlo, un inno alla speranza in quest’ “epoca delle passioni tristi”, una testimonianza sul potere dei sogni, in un mondo dove la cantilena che “nulla può cambiare” ha contagiato le masse e dove chi ci prova viene guardato con un po’di compassione. To be continued.