Presente digitale e cultura cooperativa: si può fare

Mettersi in rete, saper innovare e creare nuove alleanze. La cooperazione sociale è chiamata a misurarsi con l’attuale fase storica in continua mutazione, tra crisi e trasformazione digitale. Cooperare è un verbo da declinare anche sulle piattaforme on line che collegano le comunità con il resto del mondo, non solo del Paese. E si può fare, mantenendo saldi i valori che sono radicati nella storia della cooperazione sociale.
Il primo pilastro di questo percorso si chiama formazione: una domanda ormai irrinunciabile come ha confermato la Summer School di Legacoopsociali lo scorso settembre a Roma. Le domande di iscrizione sono state quasi il doppio dei posti disponibili ed è stato possibile mettere a confronto esperti, esperienze e profili professionali del settore ad ogni livello. Perché la formazione? I mutamenti, come scritto sopra, sono veloci e le nuove disposizioni legislative impongono nuove prospettive. In questo contesto la creazione di nuove progettualità e di partnership diventa cruciale ed è strettamente legata alla comunicazione: mettere in campo strategie che decidano l’impianto di una cultura cooperativa della propria impresa sociale e decidere con quali strumenti affacciarsi ai territori, quelli “on site” e quelli “digitali”.
Come ha spiegato il professore Andrea Volterrani anche sul digitale esistono comunità dove si stabiliscono “relazioni” e da cui non bisogna fuggire ma progettare il proprio agire cooperativo che può diventare luogo di nuove opportunità e anche di crescita delle imprese sociali. Questo nuovo approccio culturale ibrido non è, però, solo un problema dell’“esperto” di comunicazione ma una scelta condivisa di tutta l’organizzazione. A questo punto le domande sono inevitabili: chi sono i nuovi partner? Pubblico, imprese profit, piattaforme digitali? Con quali mezzi riesco a relazionarmi con questi soggetti? Alcune risposte arrivano proprio da esperienze cooperative che si sono già misurate in questi anni.
Ad esempio, la cooperativa Lama Impresa sociale promuove in partenariato con la Fondazione della società Snam – una delle principali società di infrastrutture energetiche al mondo – il progetto “E-Lab”, un percorso online di volontariato di competenza aziendale che coinvolge lavoratori volontari di Snam e cooperative ed imprese sociali su tutto il territorio nazionale, con lo scopo di creare momenti di condivisione dedicati al miglioramento dell’impatto sociale dei sistemi economici e del lavoro, rivolgendosi alle organizzazioni che mettono al centro della propria azione la capacità di influenzare il cambiamento sociale positivo.

E ancora la cooperativa sociale Betadue che ormai da anni ha impostato una strategia di costruzioni di relazioni, partnership e alleanze strutturata, investendo capitale proprio in circa una ventina di organizzazioni e reti appartenenti al mondo del non profit e del profit fino
ad arrivare alla costituzione della benefit corporation “Bellosguardo Iniziativa srl”. Bellosguardo lavora per la costruzione di un “Parco dello
sport”, un progetto dedicato allo sport professionistico e non, che intende generare un beneficio concreto e di lungo termine per il territorio del Valdarno e non solo. Un progetto che guarda al futuro, che valorizza il territorio e che unisce, ed invita, a mettersi nuovamente in gioco.
Ma c’è anche testimonianza da parte di cooperative sociali di piccole dimensioni che danno prova di rigenerazione innovativa e promozioni
di partnership sui territori. Idee in movimento, una piccola cooperativa sociale bolognese, dal 2019 ha messo in atto un processo di trasformazione dandosi nuovo statuto, nuovo oggetto sociale ed un’energia tutta nuova da investire in progetti sperimentali come “Porta Pratello” e “Offside Pescarola” esperienze di welfare di Comunità, collaborando con Arci, Arci Mondo, Caritas, Cidas, Polisportiva HSL, associazione Senza il Banco e molti altri, o il progetto “Consegne etiche” insieme a Dynamo e ALMAVICO – centro universitario per la formazione e la promozione dell’impresa cooperativa- con il coordinamento della Fondazione Innovazione Urbana.

Giuseppe Manzo
Maria Felicia Gemelli